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Miloševic, Slobodan.

Uomo politico serbo. Membro della Lega dei comunisti di Jugoslavia, dal 1986 al 1988 fu leader del Partito della Repubblica serba e nel 1990 fu chiamato alla guida del Partito socialista serbo. Eletto presidente della Repubblica serba nel 1989, venne riconfermato nella carica nel 1990 e nel 1992. Tra i principali esponenti del nazionalismo e dell'espansionismo serbo, M. fu uno dei personaggi di spicco nel processo di dissoluzione della Jugoslavia e nella guerra civile, iniziata nel 1991 e conclusasi nel 1995 con la firma degli Accordi di Dayton (V. DAYTON). Il suo tentativo di pulizia etnica messa in atto in Kosovo sfociò nel 1999 nei bombardamenti delle forze armate della NATO (24 marzo - 3 giugno). Al termine della guerra (M. accettò il piano di pace del G8), il premier, che nel frattempo era stato incriminato per crimini contro l'umanità e crimini di guerra, dovette affrontare una situazione interna esplosiva, che lo portò alla sconfitta nelle elezioni presidenziali del settembre 2000, che decretarono il successo di Vojislav Kostunica. Arrestato nel giugno 2001, M. venne inviato in carcere a L'Aja; è accusato di crimini contro l'umanità in Croazia nel 1991 e in Kosovo nel 1999 e di genocidio e crimini contro l'umanità in Bosnia Erzegovina dal 1992 al 1995 (avrebbe pianificato e ordinato la tentata distruzione di due intere popolazioni, i musulmani e i croati di Bosnia). In particolare, le accuse gli attribuiscono la responsabilità dell'assassinio sistematico di migliaia di persone a Srebenica e della creazione di campi di detenzione dove i Bosniaci erano soggetti ad assassinio, violenza sessuale, tortura e percosse. Il suo processo, iniziato il 12 febbraio 2002, fu il più importante procedimento per crimini di guerra dai tempi di Norimberga. Alcuni mesi prima del verdetto, M. venne trovato morto nella sua cella (Pozarevec, Serbia 1941 - L'Aja 2006).
Ritratto di Slobodan Miloševic